Il 2023 è un anno di guerra, il decimo. Lo è per Halyna Kruk e Jaroslav Myšanyč, divenuti testimoni involontari dell’orrore che scorre davanti ai loro occhi e davanti agli occhi del mondo intero. Lo è anche per molti altri testimoni involontari del conflitto, nella cui mente scorrono le sensazioni dello spavento, i suoni dell’esplosione, l’istinto di ripararsi dall’ennesimo missile russo. È una guerra che scrittori come Serhij Žadan vivono in patria, e altri, come Vasyl’ Machno, Oltreoceano. Una guerra che influenza i mass-media nazionali, che porta a riflettere sul destino postcoloniale del Paese aggredito, che crea prospettive linguistico-culturali diverse incidendo sul sistema dell’istruzione scolastica in Ucraina. O forse si tratta dell’ennesimo anno di una guerra mai finita, come quella raccontata nelle pagine di Jurij Klen. Una guerra che da anni minaccia gli equilibri di tutta l’area esteuropea, incluse Polonia, Lituania, Bielorussia. Guerra che interessa etnie e luoghi che è possibile comprendere anche grazie allo studio delle epoche cosacche o di quelle più remote della Rus’ di Kyiv.
Eppure ciò che unisce le pagine di questo secondo numero non è la guerra. Lo tengono insieme la pluralità e la ricchezza in prospettiva multidisciplinare che l’Ucraina oggi rappresenta, l’umanità e gli orizzonti culturali che vuole condividere con i lettori di altre lingue, quelli italiani in primis. Ogni autore di questo numero ha investito le proprie energie intellettuali nella rappresentazione della visione che l’Ucraina di questi giorni, settimane e mesi sta mostrando al mondo: quella di conservare l’umanità, la diversità e la speranza anche nel momento in cui è colpita dalle bombe e minacciata dallo sterminio.
Come il primo numero della rivista, anche quello presente è composto da ricerche scientifiche avvalorate da doppio referaggio e da lavori di carattere divulgativo (questioni, lezioni) valutate dal comitato di redazione, ed è arricchito da traduzioni scelte e recensioni accurate. Lo scopo del presente lavoro è quello di proporre al lettore materiale scientificamente fondato, attuale e interessante.
Desidero rivolgere un ringraziamento particolare a Rossella Cirincione per l’attento lavoro di rilettura di questo numero.
Buona lettura
Il Direttore